Atto
Secondo (o continuazione del primo)
Stessa scenografia.
Scena 1
FEDERICA (entra dal retro-banco, con una tovaglia si sta
asciugando la fronte e le braccia, si è data una rinfrescata dopo la fuga di
poco prima; parla tra sé rivolta verso il pubblico) – Credevano di farmela,
quei bamboccioni… (ride) A me, a me che conosco il “mondo”.
Sono la perfetta Bar-Lady: faccio cocktail eccellenti e,
soprattutto, sono la “discrezione” fatta donna! Insomma, quasi sempre. (si ammira
allo specchio)
Questa storia mi dovrà fruttare un bel po’ di quattrini! I
segreti si pagano, se non si sa tenere la bocca chiusa.
Victor, il “verginello”, che il diavolo se lo porti, è un bel ragazzo, lo
ammetto, è da tempo che me lo sarei “pappato”, ma lui era sempre così riservato,
così schivo… E allora? Naturalmente ho pensato: “Questo è gay!”, perché credevo
che se la intendesse con quella checca di Vincenzo, che adesso ha le zinne, e
si fa chiamare Amanda. (sogghigna, pregustando il suo piano)
E adesso che fa? Ma dico io: vuoi farti passare la fregola?
E vieni, no? Vieni, a Federica tua, tesoro! (melliflua) Lei ti porta nel separè
, il mio piccolo paradiso privato, e
ti fa conoscere l’Amore con la A maiuscola.
E che ci vuole? 50 euro, e ti regalavo pure gli “extra”! Poi
la prima volta poteva essere anche gratis…come fanno certe massaggiatrici…se
poi ti piace, ritorni e paghi…(si inalbera e punta il dito verso il vuoto) E tu,
meschino, insignificante puledrino, che fai? Mi tradisci con una vecchia?
Ok! Va bene… però paghi! E paghi caro, idiota. E la faccio
pagare pure a quella vipera della tua spasimante; falsa, bugiarda, schifosa che
se la fa con una checca per incontrare te… ma che faccia di bronzo.
(Si alza, punta i piedi e s’inorgoglisce) E poi, la
“zoccola” sarei io? Io sono una sacerdotessa dell’Amore… ora non ne esistono
quasi più ma nei tempi antichi esistevano… che meraviglia i tempi antichi! (sistema
un po’ i tavoli, per abitudine, poi si accorge del vassoio col bicchiere, ormai
vuoto) Toh? Ma guarda… io me n’ero scordata del tutto. E chi avrà bevuto? (ride
di gusto) Certo stasera se la vedrà nera, con tutto il Guttalax che ci ho
buttato dentro… (lancia un occhio alle valigie lasciate dalla coppia,
incontrata poco prima) Uhm… e questi di chi sono? Bagaglio grande… si
fermeranno a lungo. Vuoi vedere che quel vecchio è il Direttore d’Orchestra che
doveva arrivare? Diamo un occhiata, va!
(Scava con destrezza nelle valigie fino a che, da una, tira
fuori dei capi di lingerie, delle calze di seta e, infine, un grosso dildo di
gomma o un vibratore da borsetta – ( se il regista approva!) Scoppia a ridere,
poi, valutando il pene posticcio) Hai capito? Il vecchio si porta l’aiutante…
si vede che la signora è focosa, e lui non ce la fa…
(si fa pensierosa) E se… E se… ? Uhm, devo indagare: qui
gatta ci cova! (rimette tutto al suo posto e chiude le valigie)
Scena 2
Federica, poi Linda e un facchino. Federica si allontana in
fretta dai bagagli, raggiunge il bancone del bar, fingendosi indaffarata.
LINDA - Ecco, sono quelle li (indica al giovane i bagagli). Le porti al 21, nella palazzina dei professori; questa è la chiave, io la raggiungo dopo. (il facchino si carica le valigie ed esce)
LINDA - Ecco, sono quelle li (indica al giovane i bagagli). Le porti al 21, nella palazzina dei professori; questa è la chiave, io la raggiungo dopo. (il facchino si carica le valigie ed esce)
LINDA (vede Federica e le si avvicina con discrezione) –
Signorina… mi scusi!
FEDERICA (adesso affabile e amichevole) – Oh, dice a me? Mi
chiamo Federica, bella signora, sono la Barista… (sorride, vantandosi)
all’occorrenza anche ballerina e tuttofare… se capisce cosa intendo… (ammiccante)
LINDA (riflette un attimo per quella risposta tanto
confidenziale poi, probabilmente, valuta che l’amicizia potrebbe tornarle
utile) – Ah, quanto è gentile e disponibile, Federica, lei dev’essere una
ragazza d’oro. (prende una banconota dalla borsetta e la pone tra le mani di
Federica che celia un po’, poi si accaparra i soldi e li infila nel reggipetto)
FEDERICA - Oh, signora, oltre che bella lei è anche tanto
generosa, grazie. Ma, la prego, mi chiami solamente Federica, qui lo fanno
tutti. Io… conosco un po’ tutti, qui!
LINDA – Che dire Federica, tu mi commuovi… io non sono mai
stata in questo Paese, anche se la mia famiglia è di origini calabresi. Però la
nonna lo diceva sempre: in Italia, le persone hanno un cuore grande così!
FEDERICA – Contate su di me, per quello che posso sono tutta
vostra.
LINDA – Possiamo sederci?
FEDERICA – Ma certo…
Il fine settimana nessuno viene a pranzo e anche la sera, è
sempre più tranquillo. Gli altri giorni, invece, a stento trovate un tavolino
libero.
LINDA – Bene, bene. (siedono) Vedi mia cara Federica… (si accosta
con la sedia) come avrai notato, il mio compagno è molto più grande di me, mi
capisci? E io… ebbene… io, Federica cara, sono mesi, ma che dico? forse è un
anno che non ho… diciamo così, un “incontro” soddisfacente. E ormai lo sanno tutti:
se non si ha almeno un orgasmo a settimana… è il minimo… ci si ammala, si
diventa nervose, isteriche… si scarica il nervosismo sul cibo o con la bulimia
o con l’anoressia, per cui, avere uno-due orgasmi è una questione di salute, e
anche di piacere… Sei d’accordo? Diamine, sono ancora una bella donna, no?
FEDERICA –Signora mia, voi siete uno schianto!
Ma lo sapete che i giovani italiani, oggi, vanno a caccia di
donne di una certa età? È
la moda del momento! Le donne che han superato la quarantina sono le più ambite:
hanno classe, esperienza! Le chiamano: Milf o Cougar, però
non so che significa!
LINDA – Va beh, va beh… lo so io! Ma lasciamo perdere. (si
alza e gira su se stessa, per farsi apprezzare) Ma sai che da ragazza facevo la
subrette? Anche io danzavo… Tu mi hai detto che, a volte, balli, giusto?
FEDERICA – Oh, sì, sì. A volte faccio certi balli…
specialmente quando il “cliente”, ops, scusate(ridacchia), quando il pubblico
apprezza: magari mi lasciano qualche regalino…
LINDA (gaudente) – Ecco, ecco, lo sapevo… noi siamo proprio
fatte della stessa pasta: siamo due ballerine!
FEDERICA – E che vuoi fare, signora mia: se non hai nessuno
alle spalle, bisogna arrangiarsi…
LINDA – E ballare!
FEDERICA – Sicuro… se siamo in ballo, balliamo!
LINDA – Che meraviglia, che meraviglia. Così lontano da casa
e trovo subito una cara amica come te! È
una cosa incredibile…
FEDERICA
– Mica tanto, signora mia, siamo in tante…
LINDA –
E, va beh! Ma potevo mai immaginare che in un posto lontano del mondo…
FEDERICA
– Tutto il mondo è paese!
LINDA –
Giusto, giusto, sei molto saggia. Ma adesso veniamo al motivo che mi spinge a
chiedere il tuo consiglio… magari mi puoi anche aiutare…
FEDERICA
– Se posso; sono tutt’orecchi.
LINDA –
Ecco… il mio problema, diciamo così, è semplice ma si è complicato nelle ultime
ore. Un mesetto fa, sapendo di venire in Italia con mio marito, mi iscrissi a
un sito di incontri: cose di adulti, diciamo così. Credo di essere stata molto
fortunata, sai?
FEDERICA
(fingendo di aver bisogno di soffiarsi il naso) Scusatemi! Vado a bere un poco
d’acqua… ne volete? (Linda fa segno di no e Federica beve poi rivolta al pubblico, senza farsi udire da Linda)
Non posso crederci… forse non mi sbagliavo: vuoi vedere che è la “vecchia” che
deve incontrare Victor… Occhi aperti! (ritorna)
LINDA –
Come dicevo, mi è andata bene, pare, perchè ho avuto la fortuna di sentirmi con
un ragazzo Italiano. Dalle foto che mi ha mandato pare un tipo prestante… e
poi, ascolta, all’inizio disse di essere un esperto ma, quando siamo entrati in
confidenza, ha sentito il dovere di avvisarmi che, invece, é solo alle prime
armi. Non é tenero?
FEDERICA – E certo… ma perdonatemi, cara, come mai siete
venuta proprio qua?
LINDA – La sorte, cara, la sorte! Mio marito sarebbe venuto
in Italia per insegnare e, guarda caso, il giovane mi ha detto di essere
proprio di queste parti! Conosce bene il Conservatorio e persino il tuo Cafe…
infatti è stato proprio lui a fissare l’appuntamento qui!
FEDERICA – Ma che bella combinazione…
LINDA – E chissà, magari tu lo conosci pure.
FEDERICA – E chi lo sa? Non si sa mai…
Scena 3
Arrivano Victor e Amanda/Vincenzo. Stavolta, però,
Amanda/Vincenzo indossa abiti maschili. Sotto il giubbino si intravede comunque
la massa del seno ingombrante. Il giovane, muovendosi ancora con modi femminei,
rimane una persona estremamente appariscente. Fermi sulla porta gesticolano,
dimostrando di discutere animatamente.
FEDERICA (furba) – Signò, alzatevi e venite nel retro… arriva
gente, meglio se non ci facciamo notare.
LINDA – Oh sì, sì, hai ragione: vai pure che ti seguo.
(escono in fretta. Intanto, Victor e Amanda/Vincenzo entrano e si fermano nei
pressi di un tavolino)
AMANDA/VINCENZO (sbuffando) – Victor, ma si può sapere
cos’altro vuoi? Mica me le posso tagliare… (agita i seni con le mani) Io mo’ me
li sono fatti… sono ancora… “vergini” …
VICTOR – Va bene ma almeno chiuditi il giubbotto. Ma dico,
non si potevano fare smontabili… oppure che si gonfiano e… (riflessivo) Si
poteva mettere una pompetta, in modo che uno, con il braccio, pompava e si
gonfiavano… l’avevano già fatto per gli uomini…cioè per il pisello… non potevano farlo anche per le tette? così si potevano gonfiare
poco o molto… (sognante) ci sono molti canoni della bellezza… quindi: a chi
piacciono piccole oppure medie oppure grandi… pertanto sarebbe opportuno che si
potessero, secondo il caso, gonfiare e…
AMANDA/VINCENZO – E sgonfiare! (al Pubblico) Le ha pigliate
per palloncini. Ma non dire imbecillità, Victor…
VICTOR - E non chiamarmi più Victor… perchè ormai è chiaro:
le cose si stanno mettendo male. (siedono) Vedi, “Victor” (e calca con la voce
per sottolineare la loro intesa), allora: la lettera di mio padre è arrivata a
Napoli una settimana fa, e va bene… poi, mercoledì, il mio amico, da Napoli, me
l’ha fatta arrivare qui, a Roma! E va bene…
AMANDA/VINCENZO – E no: va male! Va malissimo… E tu aspetti
la fine della settimana per leggerla?
VICTOR – Hai ragione, hai ragione! Ma io ero così eccitato
dal pensiero del mio incontro con “Pecorella”… non pensavo più a niente.
AMANDA/VINCENZO (guardingo) – Quale pecorella? Adesso sei
diventato pure “pastore”?
VICTOR – Hai ragione, hai ragione! (sorriso stupido) Lei, si
chiama Pecorella!
AMANDA/VINCENZO – Spero che sia il cognome…
VICTOR – No, no, che dici? È il suo Avatar; l’Alter ego, lo pseudonimo… il nome che si è scelta per dialogare con me, sul sito: “Amore cieco”!
VICTOR – No, no, che dici? È il suo Avatar; l’Alter ego, lo pseudonimo… il nome che si è scelta per dialogare con me, sul sito: “Amore cieco”!
AMANDA/VINCENZO – Mai visto…
VICTOR – L’ho appena detto: è cieco!
AMANDA/VINCENZO – Victor… cioè, Vincenzo: il sito sarà
“cieco”, ma io ci vedo bene. Voglio dire che “io”, questo sito di incontri
“Amore cieco”, non l’avevo mai visto.
VICTOR (perplesso) – E quel che dico… “Amore cieco”, come
potevi vederlo?
AMANDA/VINCENZO – Victor, Vincenzo, o come cavolo ti chiami,
sai che ti dico?
VICTOR – No, dimmi!
VICTOR – No, dimmi!
AMANDA/VINCENZO – Hai fatto proprio bene a non fare
Medicina… se no chissà quanti ne mandavi all’altro mondo…
VICTOR – Ma nooo, che dici mai? (folgorato comprende, poi
ride) Ah, adesso ho capito… Io volevo dire che il sito “Amore cieco” non potevi
vederlo perchè è nato da poco, e poi il nome vero è in americano: “Blind Love”!
AMANDA/VINCENZO – Grazie, Signore onnipotente! (alza gli
occhi al cielo) E spiegati meglio, no? Ok, e adesso dimmi: tu ti iscrivi a un
sito Americano per “incontri”? E dove la vuoi trovare una donna, nell’Arkansas?
VICTOR – Hai ragione, hai ragione! Ma lo sai, sono un po’ timido
e poi… non ho mai… insomma, volevo cominciare da lontano, poi, pian pianino…
AMANDA/VINCENZO – Ti avvicinavi.
VICTOR – Esatto!
AMANDA/VINCENZO - E hai cominciato da lontano?
VICTOR – Esatto!
AMANDA/VINCENZO – Victor, scusa, ma tu veramente fai?
VICTOR – Ho capito, tu pensi che sono uno sciocco…
AMANDA/VINCENZO – Sciocco sarebbe un eufemismo! Tu sei un
cretino, imbecille, ottuso, mentecatto, deficiente e oligofrenico
fenilpiruvico... Hai un grave deficit cognitivo!
VICTOR – Non pensiamo al passato. Guarda che fortuna:
incrociare una meravigliosa “Pecorella”… (ispirato) e farsela…
AMANDA/VINCENZO – …al forno con le patate novelle.
VICTOR (ride imbarazzato) – No, no, dico farsela, proprio
nel senso di farci del sesso… orgasmare….credo di averlo ideato io questo
verbo!
AMANDA/VINCENZO – La vedo difficile… molto difficile.
VICTOR – Va be’, va be’, poi si vede. Adesso torniamo alla
lettera di papà.
AMANDA/VINCENZO – Torniamo…
VICTOR (si perde) - Da dove?
AMANDA/VINCENZO – Dall’Arkansas… vai, vai: procedi, che si
fa notte!
VICTOR – Insomma, mio padre nella lettera dice che sta
arrivando in Italia, e indovina dove?
AMANDA/VINCENZO – E non lo so… A Napoli?
VICTOR – Noooo…
AMANDA/VINCENZO – A Little Rock?
VICTOR – Ma no, che c’entra Little Rock, adesso?
AMANDA/VINCENZO (saccente) – È la capitale dell’Arkansas.
VICTOR – Vince’, oh scusa: Victor, ti prego, non divaghiamo…
AMANDA/VINCENZO – Ero bravo in geografia. (sogghigna)
VICTOR – Papà sta arrivando qui!
AMANDA/VINCENZO – Caspita…
VICTOR – E forse è già arrivato.
AMANDA/VINCENZO – E scusa perché viene qui? Allora ha scoperto il tuo imbroglio?
AMANDA/VINCENZO – E scusa perché viene qui? Allora ha scoperto il tuo imbroglio?
VICTOR – No… cioè, io non lo so. Ma viene perchè ha vinto un
concorso: gli hanno affidato la Cattedra di Composizione moderna, qui a Roma, al
S. Cecilia!!
AMANDA/VINCENZO – Ma non voleva sempre viaggiare?
VICTOR – E che vuoi che ti dica? Per tanti anni non si è
visto… e adesso, all’improvviso…
AMANDA/VINCENZO – Insomma, viene qua?
VICTOR – Esatto, viene qua!
AMANDA/VINCENZO – E lo sa che tu stai qua?
VICTOR – Ancora non si sa…
AMANDA/VINCENZO (al pubblico) - E io, che mi preoccupavo di
essere strana…
Scena 4
Entra Federica e si avvicina decisa al tavolo dei due amici.
FEDERICA (ghignante) – Ah, ah… proprio voi!
VICTOR (furioso) – Ah, ah… proprio tu!
AMANDA/VINCENZO – (sorridente) Federica, Federica, “lo maggior
corno della fiamma antica… Federica, Federica mi fai veder la tua…rubrica?!”(poi serio) Federica, vattene
che non è proprio momento!
VICTOR – E scordati per sempre i 100 euro, ricattatrice!
AMANDA/VINCENZO – Tra l’altro, nella furia di prima non mi
sono nemmeno potuto bere il tuo Cocktail!
VICTOR – Non fare lo scemo…
AMANDA/VINCENZO – Perché? È la verità!
FEDERICA – Infatti, chissà chi se l’è bevuto… (ride)
poverino. (diventa melliflua) Ma veniamo a voi, i miei migliori clienti. (finge
di accarezzare le loro teste)
VICTOR – È
inutile… i 100 euro te li puoi scordare…
FEDERICA
– Oh caro, e chi ci pensa più? Ora ne voglio 200… per parlare!
AMANDA/VINCENZO
– Oh bella… prima volevi dei soldi per tacere… adesso vuoi essere pagata il
doppio, per “parlare”? ma che razza di ricatto é?
VICTOR
– Esatto! Io non ti do proprio niente, tu ti stai zitta… e tutti vissero felici
e contenti. Ciao.
FEDERICA
(si finge sulle sue e fa come per allontanarsi) – Va bene, va bene… sto zitta…
vado… (calcando la mano) così, la mia “nuova” amica non incontrerà mai il
“signorino” Victor… dato che, adesso, il loro incontro dipende solo da me. (i
due amici ascoltano con maggiore attenzione)
Naturalmente
starò zitta pure quando il padre del “signorino” Victor verrà a chiedere
consiglio a me… tanto, io che ne so? Niente so!
E quando
mi chiederà conferma? Quando vorrà sapere se questo bel giovanotto, unpoco stranetto,
è veramente il suo adorato figliolo… pure devo tacere? Anche allora?
E no…
su una cosa così non si potrebbe mentire: ma io taccio! E che ne so? Niente so!
(Victor cerca di agguantarla ma Federica si sposta un poco, ridendo)
VICTOR – Vieni qua, serpe velenosa…
VICTOR – Vieni qua, serpe velenosa…
FEDERICA
– E perché mai? Io non so niente e niente voglio sapere… (fa per allontanarsi,
Victor la prende per un braccio e la trattiene) Eh, che modi… Ma come? Un
signorino come lei, Victor… o no? Come ti chiami oggi bel “pastorello”? Victor
o Vincenzino?
VICTOR
– Vincenzo, Vincenzo! Non fare la scema… Vabbè, insomma, si può sapere dove
vuoi arrivare?
FEDERICA
– Adesso cominciamo a ragionare: voglio 200 euro e ti sto facendo lo sconto …
anzi, ti salvo la vita per una cifra piccola, piccola. E non ci metto nemmeno
il costo della “mancata” prestazione!
VICTOR
– Ma quale prestazione? Io nemmeno te l’ho chiesta!
FEDERICA
– Ah, di male in peggio!
AMANDA/VINCENZO
– Lui non ha bisogno di te… c’ero io!
VICTOR
– Statti zitto tu!
FEDERICA
– Statti zitto tu! (Federica si guarda intorno, controlla che siano soli)
Adesso smettetela, imbranati: tu (a Victor) prepara i soldi e tu (ad
Amanda/Vincenzo) fai il tuo dovere ma parla il meno possibile. Lasciate fare a
me… altrimenti finite male tutt’e due, casinisti come siete.
AMANDA/VINCENZO
(a Victor, in confidenza) – A questo punto credo ci convenga…
VICTOR
– Hai ragione, il tempo stringe… qui finisce male e io… rimango pure a bocca
asciutta… Ah, la mia “Pecorella”…
AMANDA/VINCENZO
– Non belerà mai…
VICTOR
(a Federica) – E va bene, hai vinto: avrai i tuoi 200! (Federica, avida, tende
subito la mano)
VICTOR – Calma, calma, adesso non li ho, posso darti un anticipo… diciamo 50!.
VICTOR – Calma, calma, adesso non li ho, posso darti un anticipo… diciamo 50!.
FEDERICA
– Non se ne parla, almeno 100 euro.
AMANDA/VINCENZO – Non guardare me (a Victor) ho solo 35 euro
in tasca…
FEDERICA – Affare fatto, 85 adesso e il resto domani.
VICTOR – A cose fatte.
AMANDA/VINCENZO – E che siano ben fatte.
VICTOR – A cose fatte.
AMANDA/VINCENZO – E che siano ben fatte.
FEDERICA – E che siano ben pagate! (ride, poi agguanta il denaro)
E adesso lasciate che io mi metta all’opera, monellacci. Tu
(indica perentoria Victor), “Vincenzo”, seguimi nel retro, che ho una sorpresa
per te!
AMANDA/VINCENZO – E io?
FEDERICA – Tu puoi aspettare qua, se vuoi, oppure va dove ti
pare… il tuo “ragazzo” viene con me.
VICTOR – Non sono il suo ragazzo!
FEDERICA – Se, se… va bé. Seguimi, svelto! (attraversano la
scena e raggiungono, frontalmente, la zona riservata a cameretta, come
attraversando una porta, non visibile. L’ambiente, dove c’è già in attesa
Linda, che dovrà comunque restare al buio)
Scena 5
Nel Cafe entra Giada e si ferma presso la porta.
GIADA – Il Rettore non poteva fare scelta migliore! Ma tu
guarda la sorte… (rilegge un bigliettino che ha in mano) “Cara Giada, sia
gentile, il signore potrebbe essere il padre del nostro Victor Smith, lo
accompagni a cercare suo figlio. Grazie.”
Alla fine mi sono decisa: reggerò il gioco a quei due delinquenti…
(contrita) Devo farlo; se il padre dovesse scoprire gli imbrogli del figlio,
potrebbe decidere di rispedirlo a Napoli… e io… io perderei il mio Victor per
sempre. (entra Cornelio, si guarda intorno)
CORNELIO – Oh, eccoci qua! Ma io qui già ci sono stato… e li,
ho bevuto quell’intruglio: buono, sì, ma strano e infatti adesso mi sento
tutto… tutto strano pure io.
GIADA – Siamo stati fortunati, signore.
CORNELIO – Dite? In che senso?
GIADA – Nel senso che Victor è qui. Sapete, nel fine
settimana questo posto è poco frequentato.
CORNELIO – Bene, allora vediamo di chiarire questo equivoco.
Io spero tanto che si tratti di una omonimia, il mio Victor è un giovane molto
serio.
GIADA – Sì, sì, hai voglia!
CORNELIO – Prego?
GIADA – No, dicevo: certo, ha voglia di sistemare le cose!
CORNELIO – Sì, voglio sistemare tutto, anche perchè, più
tardi ho un importante appuntamento...
GIADA (seccata) – Buon per lei.
CORNELIO (ricomponendosi) – Un appuntamento di studio,
ovviamente…
GIADA – Ovviamente. (intanto Amanda/Vincenzo non fa caso a
loro; è tutto impegnato a cercare di sbirciare cosa combina, nel retro, il suo
amico Victor.
GIADA – Victor… Victor! (chiama)
AMANDA/VINCENZO – Una attimo, adesso lo vado a…
GIADA (calcando la mano) - Victor! Sei diventato sordoooo?
AMANDA/VINCENZO – Eh? Ah? Ah, sì, dimmi: io sono Victor!
GIADA – Che bella notizia…
CORNELIO – Come?
CORNELIO – Come?
GIADA – No, dico: che bella notizia che mi abbia sentito. Il
nostro caro Victor ha sempre la testa tra le nuvole.
AMANDA/VINCENZO – Sì, sì, proprio così. Ma che c’è?
GIADA – Ma come che c’è? Non riconosci questo signore? Non è
forse tuo padre?
AMANDA/VINCENZO (finge di stupirsi) – Quale padre? Io non ho
padre…
GIADA (al pubblico) – L’ho sempre pensato che era un figlio
di…
AMANDA/VINCENZO – Voglio dire: mio padre non è qui, è
lontano.
CORNELIO (guardandolo attentamente, si avvicina, ne studia
il viso e poi le tette evidenti) – Veda signorina, per motivi di lavoro non
incontro mio figlio da quand’era ragazzino… ma questo davvero non gli somiglia
per niente.
GIADA – Lo dicevo io.
CORNELIO – Lei si chiama Victor?
AMANDA/VINCENZO – Per servirla, signore!
CORNELIO – Non è mai stato a Napoli?
AMANDA/VINCENZO – Giammai!
CORNELIO – Non ha mai conosciuto un giovane di nome Victor
Smith?
AMANDA/VINCENZO – Victor Smith sono io, signore, e conosco
solo me.
CORNELIO – E studia Medicina?
AMANDA/VINCENZO – No, io studio il dolce Flauto… lo suono
divinamente… suono anche il Clarinetto! Il dolce Clarinetto… Ho pure il
Mandolino, ma quello lo suonano i miei amici…
CORNELIO (a Giada) – Non è lui! (al giovane) E poi, si dice:
Flauto dolce! E il Clarinetto dolce o dolce Clarinetto, non esiste!
AMANDA/VINCENZO – Dipende… (sogghigna)
GIADA – (a Cornelio) Bravo!
AMANDA/VINCENZO – Grazie!
GIADA – Non a te.
AMANDA/VINCENZO – Va bene. Arrivederci.
CORNELIO – Addio.
CORNELIO – Addio.
GIADA (sottovoce) – Muori! (tutti escono)
Fine atto …(oppure, se il regista lo preferisse, dissolvenza
incrociata di luce con momenti di buio totale e prosecuzione.)
Nessun commento:
Posta un commento