ATTO II


Atto Secondo (o continuazione del primo)

Stessa scenografia.

Scena 1

FEDERICA (entra dal retro-banco, con una tovaglia si sta asciugando la fronte e le braccia, si è data una rinfrescata dopo la fuga di poco prima; parla tra sé rivolta verso il pubblico) – Credevano di farmela, quei bamboccioni… (ride) A me, a me che conosco il “mondo”.
Sono la perfetta Bar-Lady: faccio cocktail eccellenti e, soprattutto, sono la “discrezione” fatta donna! Insomma, quasi sempre. (si ammira allo specchio)
Questa storia mi dovrà fruttare un bel po’ di quattrini! I segreti si pagano, se non si sa tenere la bocca chiusa.
Victor, il “verginello”, che il diavolo se lo porti, è un bel ragazzo, lo ammetto, è da tempo che me lo sarei “pappato”, ma lui era sempre così riservato, così schivo… E allora? Naturalmente ho pensato: “Questo è gay!”, perché credevo che se la intendesse con quella checca di Vincenzo, che adesso ha le zinne, e si fa chiamare Amanda. (sogghigna, pregustando il suo piano)
E adesso che fa? Ma dico io: vuoi farti passare la fregola? E vieni, no? Vieni, a Federica tua, tesoro! (melliflua) Lei ti porta nel separè , il mio piccolo paradiso privato, e ti fa conoscere l’Amore con la A maiuscola.
E che ci vuole? 50 euro, e ti regalavo pure gli “extra”! Poi la prima volta poteva essere anche gratis…come fanno certe massaggiatrici…se poi ti piace, ritorni e paghi…(si inalbera e punta il dito verso il vuoto) E tu, meschino, insignificante puledrino, che fai? Mi tradisci con una vecchia?
Ok! Va bene… però paghi! E paghi caro, idiota. E la faccio pagare pure a quella vipera della tua spasimante; falsa, bugiarda, schifosa che se la fa con una checca per incontrare te… ma che faccia di bronzo.
(Si alza, punta i piedi e s’inorgoglisce) E poi, la “zoccola” sarei io? Io sono una sacerdotessa dell’Amore… ora non ne esistono quasi più ma nei tempi antichi esistevano… che meraviglia i tempi antichi! (sistema un po’ i tavoli, per abitudine, poi si accorge del vassoio col bicchiere, ormai vuoto) Toh? Ma guarda… io me n’ero scordata del tutto. E chi avrà bevuto? (ride di gusto) Certo stasera se la vedrà nera, con tutto il Guttalax che ci ho buttato dentro… (lancia un occhio alle valigie lasciate dalla coppia, incontrata poco prima) Uhm… e questi di chi sono? Bagaglio grande… si fermeranno a lungo. Vuoi vedere che quel vecchio è il Direttore d’Orchestra che doveva arrivare? Diamo un occhiata, va!
(Scava con destrezza nelle valigie fino a che, da una, tira fuori dei capi di lingerie, delle calze di seta e, infine, un grosso dildo di gomma o un vibratore da borsetta – ( se il regista approva!) Scoppia a ridere, poi, valutando il pene posticcio) Hai capito? Il vecchio si porta l’aiutante… si vede che la signora è focosa, e lui non ce la fa…


(si fa pensierosa) E se… E se… ? Uhm, devo indagare: qui gatta ci cova! (rimette tutto al suo posto e chiude le valigie)

Scena 2

Federica, poi Linda e un facchino. Federica si allontana in fretta dai bagagli, raggiunge il bancone del bar, fingendosi indaffarata.
LINDA - Ecco, sono quelle li (indica al giovane i bagagli). Le porti al 21, nella palazzina dei professori; questa è la chiave, io la raggiungo dopo. (il facchino si carica le valigie ed esce)
LINDA (vede Federica e le si avvicina con discrezione) – Signorina… mi scusi!
FEDERICA (adesso affabile e amichevole) – Oh, dice a me? Mi chiamo Federica, bella signora, sono la Barista… (sorride, vantandosi) all’occorrenza anche ballerina e tuttofare… se capisce cosa intendo… (ammiccante)
LINDA (riflette un attimo per quella risposta tanto confidenziale poi, probabilmente, valuta che l’amicizia potrebbe tornarle utile) – Ah, quanto è gentile e disponibile, Federica, lei dev’essere una ragazza d’oro. (prende una banconota dalla borsetta e la pone tra le mani di Federica che celia un po’, poi si accaparra i soldi e li infila nel reggipetto)
FEDERICA - Oh, signora, oltre che bella lei è anche tanto generosa, grazie. Ma, la prego, mi chiami solamente Federica, qui lo fanno tutti. Io… conosco un po’ tutti, qui!
LINDA – Che dire Federica, tu mi commuovi… io non sono mai stata in questo Paese, anche se la mia famiglia è di origini calabresi. Però la nonna lo diceva sempre: in Italia, le persone hanno un cuore grande così!
FEDERICA – Contate su di me, per quello che posso sono tutta vostra.
LINDA – Possiamo sederci?
FEDERICA – Ma certo…
Il fine settimana nessuno viene a pranzo e anche la sera, è sempre più tranquillo. Gli altri giorni, invece, a stento trovate un tavolino libero.
LINDA – Bene, bene. (siedono) Vedi mia cara Federica… (si accosta con la sedia) come avrai notato, il mio compagno è molto più grande di me, mi capisci? E io… ebbene… io, Federica cara, sono mesi, ma che dico? forse è un anno che non ho… diciamo così, un “incontro” soddisfacente. E ormai lo sanno tutti: se non si ha almeno un orgasmo a settimana… è il minimo… ci si ammala, si diventa nervose, isteriche… si scarica il nervosismo sul cibo o con la bulimia o con l’anoressia, per cui, avere uno-due orgasmi è una questione di salute, e anche di piacere… Sei d’accordo? Diamine, sono ancora una bella donna, no?
FEDERICA –Signora mia, voi siete uno schianto!
Ma lo sapete che i giovani italiani, oggi, vanno a caccia di donne di una certa età? È la moda del momento! Le donne che han superato la quarantina sono le più ambite:


hanno classe, esperienza! Le chiamano: Milf o Cougar, però non so che significa!
LINDA – Va beh, va beh… lo so io! Ma lasciamo perdere. (si alza e gira su se stessa, per farsi apprezzare) Ma sai che da ragazza facevo la subrette? Anche io danzavo… Tu mi hai detto che, a volte, balli, giusto?
FEDERICA – Oh, sì, sì. A volte faccio certi balli… specialmente quando il “cliente”, ops, scusate(ridacchia), quando il pubblico apprezza: magari mi lasciano qualche regalino…
LINDA (gaudente) – Ecco, ecco, lo sapevo… noi siamo proprio fatte della stessa pasta: siamo due ballerine!
FEDERICA – E che vuoi fare, signora mia: se non hai nessuno alle spalle, bisogna arrangiarsi…
LINDA – E ballare!
FEDERICA – Sicuro… se siamo in ballo, balliamo!
LINDA – Che meraviglia, che meraviglia. Così lontano da casa e trovo subito una cara amica come te! È una cosa incredibile…
FEDERICA – Mica tanto, signora mia, siamo in tante…
LINDA – E, va beh! Ma potevo mai immaginare che in un posto lontano del mondo…
FEDERICA – Tutto il mondo è paese!
LINDA – Giusto, giusto, sei molto saggia. Ma adesso veniamo al motivo che mi spinge a chiedere il tuo consiglio… magari mi puoi anche aiutare…
FEDERICA – Se posso; sono tutt’orecchi.
LINDA – Ecco… il mio problema, diciamo così, è semplice ma si è complicato nelle ultime ore. Un mesetto fa, sapendo di venire in Italia con mio marito, mi iscrissi a un sito di incontri: cose di adulti, diciamo così. Credo di essere stata molto fortunata, sai?
FEDERICA (fingendo di aver bisogno di soffiarsi il naso) Scusatemi! Vado a bere un poco d’acqua… ne volete? (Linda fa segno di no e Federica beve  poi rivolta al pubblico, senza farsi udire da Linda) Non posso crederci… forse non mi sbagliavo: vuoi vedere che è la “vecchia” che deve incontrare Victor… Occhi aperti! (ritorna)
LINDA – Come dicevo, mi è andata bene, pare, perchè ho avuto la fortuna di sentirmi con un ragazzo Italiano. Dalle foto che mi ha mandato pare un tipo prestante… e poi, ascolta, all’inizio disse di essere un esperto ma, quando siamo entrati in confidenza, ha sentito il dovere di avvisarmi che, invece, é solo alle prime armi. Non é tenero?
FEDERICA – E certo… ma perdonatemi, cara, come mai siete venuta proprio qua?
LINDA – La sorte, cara, la sorte! Mio marito sarebbe venuto in Italia per insegnare e, guarda caso, il giovane mi ha detto di essere proprio di queste parti! Conosce bene il Conservatorio e persino il tuo Cafe… infatti è stato proprio lui a fissare l’appuntamento qui!
FEDERICA – Ma che bella combinazione…
LINDA – E chissà, magari tu lo conosci pure.
FEDERICA – E chi lo sa? Non si sa mai…



Scena 3

Arrivano Victor e Amanda/Vincenzo. Stavolta, però, Amanda/Vincenzo indossa abiti maschili. Sotto il giubbino si intravede comunque la massa del seno ingombrante. Il giovane, muovendosi ancora con modi femminei, rimane una persona estremamente appariscente. Fermi sulla porta gesticolano, dimostrando di discutere animatamente.
FEDERICA (furba) – Signò, alzatevi e venite nel retro… arriva gente, meglio se non ci facciamo notare.
LINDA – Oh sì, sì, hai ragione: vai pure che ti seguo. (escono in fretta. Intanto, Victor e Amanda/Vincenzo entrano e si fermano nei pressi di un tavolino)
AMANDA/VINCENZO (sbuffando) – Victor, ma si può sapere cos’altro vuoi? Mica me le posso tagliare… (agita i seni con le mani) Io mo’ me li sono fatti… sono ancora… “vergini” …
VICTOR – Va bene ma almeno chiuditi il giubbotto. Ma dico, non si potevano fare smontabili… oppure che si gonfiano e… (riflessivo) Si poteva mettere una pompetta, in modo che uno, con il braccio, pompava e si gonfiavano… l’avevano già fatto per gli uomini…cioè per il pisello… non potevano farlo anche per le tette? così si potevano gonfiare poco o molto… (sognante) ci sono molti canoni della bellezza… quindi: a chi piacciono piccole oppure medie oppure grandi… pertanto sarebbe opportuno che si potessero, secondo il caso, gonfiare e…
AMANDA/VINCENZO – E sgonfiare! (al Pubblico) Le ha pigliate per palloncini. Ma non dire imbecillità, Victor…
VICTOR - E non chiamarmi più Victor… perchè ormai è chiaro: le cose si stanno mettendo male. (siedono) Vedi, “Victor” (e calca con la voce per sottolineare la loro intesa), allora: la lettera di mio padre è arrivata a Napoli una settimana fa, e va bene… poi, mercoledì, il mio amico, da Napoli, me l’ha fatta arrivare qui, a Roma! E va bene…
AMANDA/VINCENZO – E no: va male! Va malissimo… E tu aspetti la fine della settimana per leggerla?
VICTOR – Hai ragione, hai ragione! Ma io ero così eccitato dal pensiero del mio incontro con “Pecorella”… non pensavo più a niente.
AMANDA/VINCENZO (guardingo) – Quale pecorella? Adesso sei diventato pure “pastore”?
VICTOR – Hai ragione, hai ragione! (sorriso stupido) Lei, si chiama Pecorella!
AMANDA/VINCENZO – Spero che sia il cognome…
VICTOR – No, no, che dici? È il suo Avatar; l’Alter ego, lo pseudonimo… il nome che si è scelta per dialogare con me, sul sito: “Amore cieco”!
AMANDA/VINCENZO – Mai visto…
VICTOR – L’ho appena detto: è cieco!
AMANDA/VINCENZO – Victor… cioè, Vincenzo: il sito sarà “cieco”, ma io ci vedo bene. Voglio dire che “io”, questo sito di incontri “Amore cieco”, non l’avevo mai visto.


VICTOR (perplesso) – E quel che dico… “Amore cieco”, come potevi vederlo?
AMANDA/VINCENZO – Victor, Vincenzo, o come cavolo ti chiami, sai che ti dico?
VICTOR – No, dimmi!
AMANDA/VINCENZO – Hai fatto proprio bene a non fare Medicina… se no chissà quanti ne mandavi all’altro mondo…
VICTOR – Ma nooo, che dici mai? (folgorato comprende, poi ride) Ah, adesso ho capito… Io volevo dire che il sito “Amore cieco” non potevi vederlo perchè è nato da poco, e poi il nome vero è in americano: “Blind Love”!
AMANDA/VINCENZO – Grazie, Signore onnipotente! (alza gli occhi al cielo) E spiegati meglio, no? Ok, e adesso dimmi: tu ti iscrivi a un sito Americano per “incontri”? E dove la vuoi trovare una donna, nell’Arkansas?
VICTOR – Hai ragione, hai ragione! Ma lo sai, sono un po’ timido e poi… non ho mai… insomma, volevo cominciare da lontano, poi, pian pianino…
AMANDA/VINCENZO – Ti avvicinavi.
VICTOR – Esatto!
AMANDA/VINCENZO - E hai cominciato da lontano?
VICTOR – Esatto!
AMANDA/VINCENZO – Victor, scusa, ma tu veramente fai?
VICTOR – Ho capito, tu pensi che sono uno sciocco…
AMANDA/VINCENZO – Sciocco sarebbe un eufemismo! Tu sei un cretino, imbecille, ottuso, mentecatto, deficiente e oligofrenico fenilpiruvico... Hai un grave deficit cognitivo!
VICTOR – Non pensiamo al passato. Guarda che fortuna: incrociare una meravigliosa “Pecorella”… (ispirato) e farsela…
AMANDA/VINCENZO – …al forno con le patate novelle.
VICTOR (ride imbarazzato) – No, no, dico farsela, proprio nel senso di farci del sesso… orgasmare….credo di averlo ideato io questo verbo!
AMANDA/VINCENZO – La vedo difficile… molto difficile.
VICTOR – Va be’, va be’, poi si vede. Adesso torniamo alla lettera di papà.
AMANDA/VINCENZO – Torniamo…
VICTOR (si perde) - Da dove?
AMANDA/VINCENZO – Dall’Arkansas… vai, vai: procedi, che si fa notte!
VICTOR – Insomma, mio padre nella lettera dice che sta arrivando in Italia, e indovina dove?
AMANDA/VINCENZO – E non lo so… A Napoli?
VICTOR – Noooo…
AMANDA/VINCENZO – A Little Rock?
VICTOR – Ma no, che c’entra Little Rock, adesso?
AMANDA/VINCENZO (saccente) – È la capitale dell’Arkansas.
VICTOR – Vince’, oh scusa: Victor, ti prego, non divaghiamo…
AMANDA/VINCENZO – Ero bravo in geografia. (sogghigna)
VICTOR – Papà sta arrivando qui!


AMANDA/VINCENZO – Caspita…
VICTOR – E forse è già arrivato.
AMANDA/VINCENZO – E scusa perché viene qui? Allora ha scoperto il tuo imbroglio?
VICTOR – No… cioè, io non lo so. Ma viene perchè ha vinto un concorso: gli hanno affidato la Cattedra di Composizione moderna, qui a Roma, al S. Cecilia!!
AMANDA/VINCENZO – Ma non voleva sempre viaggiare?
VICTOR – E che vuoi che ti dica? Per tanti anni non si è visto… e adesso, all’improvviso…
AMANDA/VINCENZO – Insomma, viene qua?
VICTOR – Esatto, viene qua!
AMANDA/VINCENZO – E lo sa che tu stai qua?
VICTOR – Ancora non si sa…
AMANDA/VINCENZO (al pubblico) - E io, che mi preoccupavo di essere strana…

Scena 4

Entra Federica e si avvicina decisa al tavolo dei due amici.
FEDERICA (ghignante) – Ah, ah… proprio voi!
VICTOR (furioso) – Ah, ah… proprio tu!
AMANDA/VINCENZO – (sorridente) Federica, Federica, “lo maggior corno della fiamma antica… Federica, Federica mi fai veder la tua…rubrica?!”(poi serio) Federica, vattene che non è proprio momento!
VICTOR – E scordati per sempre i 100 euro, ricattatrice!
AMANDA/VINCENZO – Tra l’altro, nella furia di prima non mi sono nemmeno potuto bere il tuo Cocktail!
VICTOR – Non fare lo scemo…
AMANDA/VINCENZO – Perché? È la verità!
FEDERICA – Infatti, chissà chi se l’è bevuto… (ride) poverino. (diventa melliflua) Ma veniamo a voi, i miei migliori clienti. (finge di accarezzare le loro teste)
VICTOR – È inutile… i 100 euro te li puoi scordare…
FEDERICA – Oh caro, e chi ci pensa più? Ora ne voglio 200… per parlare!
AMANDA/VINCENZO – Oh bella… prima volevi dei soldi per tacere… adesso vuoi essere pagata il doppio, per “parlare”? ma che razza di ricatto é?
VICTOR – Esatto! Io non ti do proprio niente, tu ti stai zitta… e tutti vissero felici e contenti. Ciao.
FEDERICA (si finge sulle sue e fa come per allontanarsi) – Va bene, va bene… sto zitta… vado… (calcando la mano) così, la mia “nuova” amica non incontrerà mai il “signorino” Victor… dato che, adesso, il loro incontro dipende solo da me. (i due amici ascoltano con maggiore attenzione)
Naturalmente starò zitta pure quando il padre del “signorino” Victor verrà a chiedere consiglio a me… tanto, io che ne so? Niente so!


E quando mi chiederà conferma? Quando vorrà sapere se questo bel giovanotto, unpoco stranetto, è veramente il suo adorato figliolo… pure devo tacere? Anche allora?
E no… su una cosa così non si potrebbe mentire: ma io taccio! E che ne so? Niente so! (Victor cerca di agguantarla ma Federica si sposta un poco, ridendo)
VICTOR – Vieni qua, serpe velenosa…
FEDERICA – E perché mai? Io non so niente e niente voglio sapere… (fa per allontanarsi, Victor la prende per un braccio e la trattiene) Eh, che modi… Ma come? Un signorino come lei, Victor… o no? Come ti chiami oggi bel “pastorello”? Victor o Vincenzino?
VICTOR – Vincenzo, Vincenzo! Non fare la scema… Vabbè, insomma, si può sapere dove vuoi arrivare?
FEDERICA – Adesso cominciamo a ragionare: voglio 200 euro e ti sto facendo lo sconto … anzi, ti salvo la vita per una cifra piccola, piccola. E non ci metto nemmeno il costo della “mancata” prestazione!
VICTOR – Ma quale prestazione? Io nemmeno te l’ho chiesta!
FEDERICA – Ah, di male in peggio!
AMANDA/VINCENZO – Lui non ha bisogno di te… c’ero io!
VICTOR – Statti zitto tu!
FEDERICA – Statti zitto tu! (Federica si guarda intorno, controlla che siano soli) Adesso smettetela, imbranati: tu (a Victor) prepara i soldi e tu (ad Amanda/Vincenzo) fai il tuo dovere ma parla il meno possibile. Lasciate fare a me… altrimenti finite male tutt’e due, casinisti come siete.
AMANDA/VINCENZO (a Victor, in confidenza) – A questo punto credo ci convenga…
VICTOR – Hai ragione, il tempo stringe… qui finisce male e io… rimango pure a bocca asciutta… Ah, la mia “Pecorella”…
AMANDA/VINCENZO – Non belerà mai…
VICTOR (a Federica) – E va bene, hai vinto: avrai i tuoi 200! (Federica, avida, tende subito la mano)
VICTOR – Calma, calma, adesso non li ho, posso darti un anticipo… diciamo 50!.
FEDERICA – Non se ne parla, almeno 100 euro.
AMANDA/VINCENZO – Non guardare me (a Victor) ho solo 35 euro in tasca…
FEDERICA – Affare fatto, 85 adesso e il resto domani.
VICTOR – A cose fatte.
AMANDA/VINCENZO – E che siano ben fatte.
FEDERICA – E che siano ben pagate! (ride, poi agguanta il denaro)
E adesso lasciate che io mi metta all’opera, monellacci. Tu (indica perentoria Victor), “Vincenzo”, seguimi nel retro, che ho una sorpresa per te!
AMANDA/VINCENZO – E io?
FEDERICA – Tu puoi aspettare qua, se vuoi, oppure va dove ti pare… il tuo “ragazzo” viene con me.


VICTOR – Non sono il suo ragazzo!
FEDERICA – Se, se… va bé. Seguimi, svelto! (attraversano la scena e raggiungono, frontalmente, la zona riservata a cameretta, come attraversando una porta, non visibile. L’ambiente, dove c’è già in attesa Linda, che dovrà comunque restare al buio)

Scena 5

Nel Cafe entra Giada e si ferma presso la porta.

GIADA – Il Rettore non poteva fare scelta migliore! Ma tu guarda la sorte… (rilegge un bigliettino che ha in mano) “Cara Giada, sia gentile, il signore potrebbe essere il padre del nostro Victor Smith, lo accompagni a cercare suo figlio. Grazie.”
Alla fine mi sono decisa: reggerò il gioco a quei due delinquenti… (contrita) Devo farlo; se il padre dovesse scoprire gli imbrogli del figlio, potrebbe decidere di rispedirlo a Napoli… e io… io perderei il mio Victor per sempre. (entra Cornelio, si guarda intorno)
CORNELIO – Oh, eccoci qua! Ma io qui già ci sono stato… e li, ho bevuto quell’intruglio: buono, sì, ma strano e infatti adesso mi sento tutto… tutto strano pure io.
GIADA – Siamo stati fortunati, signore.
CORNELIO – Dite? In che senso?
GIADA – Nel senso che Victor è qui. Sapete, nel fine settimana questo posto è poco frequentato.
CORNELIO – Bene, allora vediamo di chiarire questo equivoco. Io spero tanto che si tratti di una omonimia, il mio Victor è un giovane molto serio.
GIADA – Sì, sì, hai voglia!
CORNELIO – Prego?
GIADA – No, dicevo: certo, ha voglia di sistemare le cose!
CORNELIO – Sì, voglio sistemare tutto, anche perchè, più tardi ho un importante appuntamento...
GIADA (seccata) – Buon per lei.
CORNELIO (ricomponendosi) – Un appuntamento di studio, ovviamente…
GIADA – Ovviamente. (intanto Amanda/Vincenzo non fa caso a loro; è tutto impegnato a cercare di sbirciare cosa combina, nel retro, il suo amico Victor.
GIADA – Victor… Victor! (chiama)
AMANDA/VINCENZO – Una attimo, adesso lo vado a…
GIADA (calcando la mano) - Victor! Sei diventato sordoooo?
AMANDA/VINCENZO – Eh? Ah? Ah, sì, dimmi: io sono Victor!
GIADA – Che bella notizia…
CORNELIO – Come?
GIADA – No, dico: che bella notizia che mi abbia sentito. Il nostro caro Victor ha sempre la testa tra le nuvole.



AMANDA/VINCENZO – Sì, sì, proprio così. Ma che c’è?
GIADA – Ma come che c’è? Non riconosci questo signore? Non è forse tuo padre?
AMANDA/VINCENZO (finge di stupirsi) – Quale padre? Io non ho padre…
GIADA (al pubblico) – L’ho sempre pensato che era un figlio di…
AMANDA/VINCENZO – Voglio dire: mio padre non è qui, è lontano.
CORNELIO (guardandolo attentamente, si avvicina, ne studia il viso e poi le tette evidenti) – Veda signorina, per motivi di lavoro non incontro mio figlio da quand’era ragazzino… ma questo davvero non gli somiglia per niente.
GIADA – Lo dicevo io.
CORNELIO – Lei si chiama Victor?
AMANDA/VINCENZO – Per servirla, signore!
CORNELIO – Non è mai stato a Napoli?
AMANDA/VINCENZO – Giammai!
CORNELIO – Non ha mai conosciuto un giovane di nome Victor Smith?
AMANDA/VINCENZO – Victor Smith sono io, signore, e conosco solo me.
CORNELIO – E studia Medicina?
AMANDA/VINCENZO – No, io studio il dolce Flauto… lo suono divinamente… suono anche il Clarinetto! Il dolce Clarinetto… Ho pure il Mandolino, ma quello lo suonano i miei amici…
CORNELIO (a Giada) – Non è lui! (al giovane) E poi, si dice: Flauto dolce! E il Clarinetto dolce o dolce Clarinetto, non esiste!
AMANDA/VINCENZO – Dipende… (sogghigna)
GIADA – (a Cornelio) Bravo!
AMANDA/VINCENZO – Grazie!
GIADA – Non a te.
AMANDA/VINCENZO – Va bene. Arrivederci.
CORNELIO – Addio.
GIADA (sottovoce) – Muori! (tutti escono)

Fine atto …(oppure, se il regista lo preferisse, dissolvenza incrociata di luce con momenti di buio totale e prosecuzione.)

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